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F1, Ecclestone abbandona il Paddock

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ecclestone notizie 2Le continue pressioni giudiziarie hanno costretto Bernie Ecclestone a presentare le dimissioni dal Cda della società (di sua appartenenza) che gestisce i l’intero mondo della Formula 1.

Il Patron inglese oggi è stato rinviato a giudizio per conto del caso tangenti, che nel 2006 lo ha visto coinvolto nell’agevolazione della compra-vendita dei diritti del massimo campionato automobilistico, corrompendo un banchiere tedesco, tale Gerhard Gribkowsky, con circa 44 milioni di euro. Il boss del paddock per non incappare in ulteriore disagi, ha preferito quindi farsi da parte, fino a quando, recita una nota ufficiale della Delta Topco – “non sarà chiara la vicenda”.

Bisognerà perciò aspettare il prossimo mese d’aprile alla riapertura del caso, ma nel frattempo l’arzillo “Bernie” continuerà a navigare nei suoi interessi sportivi e soprattutto commerciali.


Processo Pistorius con colpo di scena, sparò in un ristorante

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Oscar Pistorius avrebbe sparato un colpo di arma da fuoco accidentalmente all’interno di un ristorante, poche settimane prima del presinto omicidio della sua ex fidanzata Reeva Steenkamp. La notizia, un vero colpo di scena inaspettato, è emersa nel corso del processo che vede coinvolto l’atleta, accusato di omicidio. Sembra che l’episodio sia avvenuto nel gennaio del 2013 in un ristorante di Johannesburg dove Pistorius si trovava a pranzo con alcuni amici. A un certo punto uno di loro, Darren Fresco, avrebbe passato all’atleta una pistola carica da sotto il tavolo e Pistorius, impugnandola male, avrebbe fatto partire accidentalmente un colpo, spaventando a morte le persone che in quel momento si trovavano nel ristorante.

Ai proprietari del locale però, non venne raccontata la verità: per coprire Pistorius, la sua notorietà avrebbe contribuito a creare un vero e proprio scandalo, fu l’amico Darren a prendersi la colpa e la responsabilità dell’accaduto. Ma nel corso del processo è venuta a galla una nuova verità, che aggiunge un ulteriore alone di mistero alla vicenda terribile del presunto omicidio della giovane Reeva.

Pistorius vomita durante il processo

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Non ha retto alla descrizione, forse eccessivamente dettagliata, dell’autopsia di Reeva Steenkamp ed è stato male in aula, durante il processo che lo vede imputato. Oscar Pistorius ha vomitato mentre il professor Gert Saayman descriveva i risultati dell’autopsia sulla ex compagna del campione sudafricano di atletica, il cui cranio è stato fracassato da un proiettile. Pistorius non ha retto e, con un fazzoletto in mano per asciugarsi le lacrime, ha avuto un attacco di nausea, si è chinato e ha vomitato, mentre il medico legale descriveva lo stato del cranio della vittima. Testimonianza che non è stata trasmessa live proprio perchè eccessivamente cruda, tanto che anche il professore stesso ha chiesto che non lo si facesse parlare in pubblico.

Processo Ruby prossima udienza

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Con qualche giorno di anticipo rispetto al previsto, Silvio Berlusconi presenta il ricorso per chiedere di cancellare la sentenza con cui più di sei mesi fa i giudici di primo grado lo hanno condannato a sette anni di carcere per il caso Ruby. Sono stati depositati nella cancelleria penale del Tribunale di Padova i motivi di appello, firmati da Niccolò Ghedini e Piero Longo, gli storici difensori del Cavaliere che ora rischiano guai per via di una sospetta corruzione delle ragazze testimoni.Ora i due legali, con il ricorso puntato a ribaltare la sentenza, confidano in un cambio di rotta della Corte d’Appello. Non si sa però se saranno loro a rappresentare la difesa in dibattimento. Potrebbero lasciare il mandato e cederlo al collega Federico Cecconi, per motivi di opportunità in quanto nelle motivazioni del processo gemello, il cosiddetto ‘Ruby bis’, nei loro confronti, così come nei confronti dell’avv. Luca Giuliante e di altre persone, è stato ipotizzato il reato di corruzione in atti giudiziari: l’ordine degli avvocati di Milano ha aperto un fascicolo – chiamato il fascicolo ‘blu’ – per un eventuale procedimento disciplinare non ancora istruito e congelato in attesa dell’inchiesta penale.

Berlusconi non è più un Cavaliere del Lavoro

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E’ arrivata oggi una lettera alla Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro riguardante l’autosospensione dall’ordine di Silvio Berlusconi. In seguito alla sentenza definitiva del processo Mediaset del primo agosto, la Federazione stava già valutando l’opzione di eliminare la nomina per indegnità, come era stato richiesto l’estate dello scorso anno da Pietro Marzotto.

L’anticipazione di Berlusconi potrebbe essere un modo per impedire alla Federazione di valutare il caso fino in fondo, evitando così l’ennesimo colpo sulla carriera dell’ex Presidente, come sta accadendo dalla lettura della sentenza, come la conseguente decadenza da senatore e i vari processi che hanno presso avvio per la fine del legittimo impedimento e immunità parlamentare. 164824329-2be55333-0498-4026-b3c2-33e598330ddf

di Alessandro Bovo

Le lacrime di Pistorius al processo ‘volevo proteggere Reeva’

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Una testimonianza rotta dalle lacrime, quella di Oscar Pistorius, che si è commosso mentre parlava della fidanzata Reeva Steenkamp, nel corso del processo che lo vede accusato di omicidio. Un intervento iniziato con le scuse dell’atleta, che ha parlato con la voce rotta dall’emozione, rivolte alla famiglia della modella sudafricana. “Volevo solo proteggerla” ha detto Pistorius, raccontando della sua volontà di proteggere la ragazza e definendo l’episodio della sua morte come un incidente che oggi provoca incubi all’atleta, costringendolo a prendere antidepressivi. Pistorius si trova nell’aula del tribunale di Pretoria, dove sta spiegando come e perchè uccide la fidanzata 30enne, la notte di San Valentino del 2013, con quattro colpi di pistola. Il processo è ripreso dopo alcuni giorni di stop forzato, a causa dell’indisposizione di uno dei giudici.

Ruby: il processo è da rifare?

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Ruby, è la marocchina che ha cambiato per sempre l’Italia e l’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, fu infatti la minorenne che venne difesa dallo stesso premier che la fece scarcerare perché credeva fosse figlia di Mubarak, l’allora Premier dell’Egitto. Si scoprì in seguito che faceva spesso da ospite a ‘cene galanti’ che ormai tutti conoscono. E’ uscita la proposta del Consiglio Superiore della Magistratura tramite la Settima Commissione nella quale si evince che il Procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati non aveva nessuna necessità di assegnare il coordinamento dell’inchiesta a Ilda Bocassini. Quello che viene da chiedersi in questi casi? E’ perché chiedersi perché? Che motivo avrebbe un magistrato rispetto a un altro, entrambi obbediscono alla Legge, di prendere decisioni personali? Allora avrebbe ragione chi dice che i magistrati aderiscono a qualcosa che sta più in basso alla legge e quindi la morale, per esempio la politica?

EMILIO FEDE: DELL’UTRI SA TUTTO E MANGIA SU BERLUSCONI

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EMILIO FEDE“Guarda a Berlusconi cosa gli sta mangiando. Perché lui è l’unico che sa… Ti rendi conto che ci sono 70 conti esteri, tutti che fanno riferimento a Dell’Utri?”. Sono state depositate al processo stato mafia, le conversazioni tra l’ex direttore del tg4 Emilio Fede e il suo allora personal trainer, Gaetano Ferri. Dopo avere “ripulito” il sonoro dai rumori di sottofondo, a maggio la Procura lombarda l’ha mandata ai pm di Palermo. Ora l’intercettazione è stata depositata agli atti del processo. E’ stato proprio l’ex personal trainer a registrare all’insaputa Fede. “A Samorì che voleva passare con Berlusconi io gli avevo dato una mano…”,  Fede nella registrazione fa riferimento all’imprenditore che si è candidato con un suo movimento alle Politiche del 2013,  “poi è intervenuto Dell’Utri, e gli faccio rivolgiti a Dell’Utri, ma stai attento perché  è un magna magna. Mi ha detto Samorì : ‘cazzo se non avevi ragione…gli ho chiesto ‘mettimi in lista’ e sai cosa mi ha chiesto: 10 milioni di euro,…non è un farabutto…peggio”. Importanti alle le frasi riportate sempre dallo stesso Fede relative ai rapporti tra uomini di Stato e mafiosi: “C’è stato un momento in cui c’era timore … – racconta Fede – Che loro hanno messo Mangano (il boss morto in carcere noto come lo stalliere di Arcore) attraverso Marcello (Dell’Utri, )”. “La vera storia della vicenda Berlusconi – prosegue – …mafia, mafia …soldi, mafia, soldi…Berlusconi”.  “Sì, sì – aggiunge Fede – Dell’Utri era praticamente quello che investiva… Chi può parlare? Solo Dell’Utri”. “Mangano era in carcere. Mi ricordo che Berlusconi arrivando – dice Fede riportando una sorta di dialogo tra Berlusconi e Dell’Utri – ..’hai fatto?’…’sì sì..gli ho inviato un messaggio..gli ho detto a Mangano: sempre pronto per prendere un caffè”. “Era un messaggio per rassicurare lui su certe cose che non so..- spiega a Ferri – E devo dire che questo Mangano è stato un eroe. E’ morto per non parlare”. L’ex direttettore del Tg4 si difende ed attacca il suo personal trainer Ferri:”E’ tutto falso, l’ho già detto ai magistrati e ho denunciato quel truffatore per calunnia e minacce gravi…..lui ha manipolato le mie dichiarazioni”


Chi è Nicola Mancino

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Nicola Mancino è un noto personaggio politico italiano, che per molti anni ha ricoperto ruoli di rilievo nell’amministrazione pubblica dello Stato italiano.

Nato nel 1931 a Montefalcione, in provincia di Avellino, la sua militanza politica ha preso l’abbrivio tra le fila della Democrazia Cristiana (DC), di cui fu segretario. Venne eletto senatore per la prima volta nel 1976, ed ha ricoperto questo ruolo fino al 2008.

Negli anni tra il 1992 e il 1994 è stato Ministro dell’Interno per il governo presieduto da Ciriaco De Mita; durante questo periodo ci furono degli importanti arresti nell’ambito delle attività malavitose di Cosa Nostra. Fu assicurato alla giustizia il noto boss Totò Riina, tra gli altri.

In seguito, Mancino aderì al Partito Popolare Italiano, poi all’Ulivo e infine alla Margherita. Nel 2012 è stato iscritto al registro degli indagati, con l’accusa di falsa testimonianza, nell’ambito delle indagini circa possibili collusioni tra Stato e mafia negli anni delle stragi di Capaci e di via D’Amelio.

Data deposizione Napolitano processo Trattativa Stato – mafia

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Sin dal 1998, si stanno svolgendo delle importanti indagini che sono passate sotto il nome di “Trattativa Stato – mafia”.

Le indagini sono scaturite dalle dichiarazioni di alcuni pentiti di mafia, quali ad esempio Giovanni Brusca e Vito Ciancimino, le quali lasciavano intendere che negli anni delle stragi contro i magistrati antimafia, ovvero Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, si sia svolto un tentativo di patteggiamento tra i vertici dello Stato Italiano e quelli di Cosa Nostra, per porre fine alla guerra violenta che si era scatenata.

Il punto del contendere era l’articolo 41 bis, che prevede il carcere duro per chi commette crimini di stampo mafioso. Il processo che è conseguito circa i sospetti su alcuni rappresentati del governo italiano ha ripreso il via con maggior forza nel 2012, e in questo ambito sono stati chiamati a deporre moli personaggi illustri tra cui l’attuale presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

La sua deposizione avverrà il 28 ottobre 2014; alle ore 10:00, in Quirinale, Napolitano verrà ascoltato dalla Corte di Assise di Palermo.

Eternit, domani al via il nuovo processo

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Inizierà domani a Torino, con l’udienza preliminare, il processo Eternit bis. Sul banco degli imputati l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, accusato di omicidio doloso per le 258 morti provocate dall’amianto in 4 stabilimenti italiani della multinazionale Eternit.Si tratta di un processo bis perché la Cassazione aveva prosciolto per prescrizione  il manager elvetico dall’accusa di disastro ambientale. Per la Procura del capoluogo piemontese Schmidheiny deve essere condannato perché “nonostante sapesse della pericolosità dell’amianto avrebbe somministrato comunque fibre della sostanza”. Si prospetta un vero e proprio duello in punta di diritto tra il PM Raffaele Guariniello e la difesa di Schmidheiny: quest’ultima infatti potrebbe giocare sia la carta della competenza territoriale sia quella del ne bis in idem, puntando sul fatto che l’assistito è stato già prosciolto. In ogni caso il dibattimento sarà al centro dell’attenzione: domani sono previsti due pullman da Casale Monferrato, città con il triste primato di vittime dell’amianto e sono state allestite due maxi aule per accogliere il pubblico.

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Processo Rimborsopoli, Goffi: “Mi attenni a regole Comune Torino”

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TORINO – “Per l’utilizzo dei fondi di cui disponevo come consigliere regionale mi attenevo al regolamento del consiglio comunale di Torino perché a Palazzo Lascaris non c’erano norme precise”

L’ex Udc Alberto Goffi, durante il processo Rimborsopoli che lo vede coinvolto tra i 25 imputati, ha così commentato quest’oggi, durante la ripresa del procedimento giudiziario per il presunto utilizzo improprio dei fondi, da parte di alcuni membri del Consiglio regionale del Piemonte.

“Era la mia prima legislatura in Regione – ha dichiarato l’ex consigliere – e subito mi posi il problema dei rimborsi. La somma a disposizione era importante. In un solo mese avevamo il budget equivalente a un’intera legislatura in Consiglio comunale a Torino. Chiesi informazioni ai funzionari e mi risposero <<si comporti secondo coscienza>>. Ma la coscienza, ribattei, è soggettiva e non è un’esimente. Quindi, in assenza di norme, dissi alla segretaria di recuperare il regolamento del Comune”.

Intanto, dal giudice Silvia Bersano Begey, arriva il monito per i legali difensori di ridurre, allo scopo di accelerare i tempi del processo, il numero dei testi che ammonterebbe quasi a mille.

Luigi Cacciatori

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Paolo e Nicola Bulgari a giudizio per evasione fiscale

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Roma – Paolo e Nicola Bulgari, eredi dello storico marchio di lusso, sono stati rinviati a giudizio per evasione fiscale.

A deciderlo il gip di Roma Bernadette Nicotra che ha mandato a processo anche altre undici persone per un presunta maxievasione.

Secondo gli inquirenti i vertici di Bulgari avrebbero creato all’estero, dal 2006, una serie di società per frodare l’erario italiano. Nei confronti dei Bulgari l’accusa è di dichiarazione fraudolenta in qualità di azionisti qualificati e soci storici del gruppo.

In base a quanto accertato dai pm la strategia della holding era basata sulla riallocazione dei margini mondiali di guadagno del gruppo Bulgari tramite controllate estere, in stati diversi dall’Italia.

Le indagini hanno portato la guardia di finanza di Roma ad effettuare un maxisequestro di beni pari a 46 milioni di euro oltre alla chiusura di uno degli storici uffici in Via Condotti, nel centro di Roma.

Il processo è stato fissato al prossimo ottobre.

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Nuova ipotesi Yara: uccisa da un branco di bulli

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Nell’inchiesta sull’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio spunta un’ipotesi choc ad una settimana dall’inizio del processo. La difesa  di Massimo Bossetti, il muratore accusato di aver ucciso la ragazzina, sta mettendo a punto le ultime strategie e ha chiamato ben 711 persone in qualità di testimoni per l’udienza preliminare fissata al Tribunale di Bergamo.

In udienza saranno presenti anche circa 150 consulenti scientifici (i dati sono stati riferiti dal “Giorno”). L’accusa invece intende puntare sulla pista principale, quella del Dna del muratore rinvenuto sugli indumenti di Yara, con l’obiettivo di ottenere eventualmente ulteriori perizie.

I legali che difendono Massimo Bossetti lanciano una nuova scioccante ipotesi: la ragazzina di Brembate di Sopra potrebbe essere stata uccisa da un branco di bulli, di ragazzi malati. Insomma, potrebbe trattarsi di un delitto consumato in ambito giovanile, tra giovani bulli senza alcuno scrupolo. In questo caso il coinvolgimento del muratore di Mapello sarebbe da escludere.

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Berlusconi: nuove accuse, soldi alle testimoni

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Silvio Berlusconi e il processo Ruby, la storia infinita. Assoluzione definitiva per Berlusconi, ma una nuova indagine lo vede protagonista: presunta corruzione di testimoni nello stesso processo. Tra le prove in possesso dei pm vi sono delle registrazioni effettuate di nascosto di telefonate in cui le ragazze coinvolte chiedevano denaro all’ex leader di Forza italia in cambio della testimonianza.

I file incriminanti sono stati trovati durante le perquisizioni precedenti effettuate dalla polizia giudiziaria e hanno dato il via all’inchiesta aggiunte alle telefonate e agli appunti di Ruby e i magistrati stanno accertando il coinvolgimento di 21 testimoni che, durante il processo, avrebbero preso da Berlusconi dagli 80 ai 250 mila euro ciascuno per circa due milioni e mezzo, oltre ad un automobil a testa e regali costosi.

Due ragazze hanno ricevuto in uso gratuito per vent’anni due ville gemelle valutate due miolioni l’una, l’informazione è comparsa in una telefonata che l’ex presidente del consiglio ha effettuato ad un geometra che era intercettato per un’altra inchiesta e al quale chiedeva di trovare sistemazioni lussuose per le ragazze, che poi hanno testimoniato al processo Ruby.

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Padre condannato per abusi, dopo 15 anni i figli ritrattano tutto

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Condannato a 9 anni e due mesi per abusi commessi nei riguardi dei due figli. Ora si scopre che in realtà gli abusi denunciati nei confronti dell’uomo erano solo menzogne. L’episodio è accaduto a Bologna. La verità è emersa dopo quindici anni, grazie alla scoperta di un diario, già scritto nel 2009,in cui uno dei figli dell’uomo confessa che è stata la madre a costringere i figli a mentire e accusare il padre del grave reato.

Il diario contenente la verità sull’accaduto era stato dato in consegna agli educatori di una comunità del Bresciano e fino ad ora nessuno ne era venuto a conoscenza.

La vicenda, che risale appunto a 15 anni fa, è avvenuta tra la Sardegna, luogo di origine della famiglia e Brescia dove il nucleo familiare (madre, padre e due figli) abitava. A raccontare come sono andati realmente i fatti è stato Gabriele, il figlio maggiore che ora ha 24 anni, e che ha vissuto fino all’età di 18 anni in comunità. “Quello che abbiamo detto io e mio fratello erano tutte invenzioni dettate da quello che ci diceva mia madre”, ha rivelato. All’epoca Gabriele aveva 12 anni, mentre suo fratello nove.

Il legale dell’uomo accusato degli abusi ha dichiarato che questa ritrattazione da parte dei figli, anche se a distanza di tanti anni, costituisce una nuova prova su cui revisionare il processo.

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Patrigno la violenta e la mette incinta: ecco cosa scopre a 21 anni

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Chantelle Jones viene violentata dal patrigno a soli 11 anni e rimane incinta di lui. Questa è una storia terribile, perché la donna ha dovuto subire non solo la violenza da parte del patrigno, ma anche un gesto deprecabile dalla sua mamma.

Dopo il lungo processo terminato con la condanna del patrigno al carcere e al pagamento di 20 mila euro a titolo di risarcimento, Chantelle (all’epoca minore) ha dovuto rinunciare alla somma, affidata dai giudici a sua madre. Appena ha compiuto 21 anni la ragazza ha chiesto di poter ricevere la somma, ma sua madre per tutta risposta le dice di aver speso tutti i soldi.

La povera vittima di questa squallida vicenda resta anche senza alcun ristoro economico. La ragazza ha ricevuto l’ennesima delusione cocente, stavolta dalla donna che le ha dato la vita. Chantelle ha dichiarato di essere convinta che la madre ha speso la cifra completa per convolare a nozze con l’attuale marito.

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Pordenone, legata all’albero dal marito per una notte intera

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Le violenze e i soprusi sono cominciate già da quando la coppia viveva in Romania, dove si sono sposati. Poi, una volta arrivati in Italia, a Pordenone, è proseguita l’escalation di minacce, angherie e botte. La vittima è appunto una donna romena, che ha raccontato ai giudici, durante il processo a carico del marito cinquantenne, di aver subito continui maltrattamenti dallo stesso. Addirittura, ha detto di essere stata legata senza vestiti ad un albero per una notte intera. La motivazione è che il marito voleva farle capire chi comandasse in casa.

Per gli atti persecutori compiuti tra il 2002 e il 2011 l’uomo ha subito la condanna a tre anni e mezzo di reclusione. L’uomo ingiuriava spesso anche la figlia, che per sfuggire ad un inseguimento in auto del padre, nel 2011, aveva riportato alcune contusioni. A ciascuna delle due parti civili, ex moglie e figlia, è stata concessa una provvisionale di 15 mila euro ciascuna, oltre il pagamento delle spese. Ora toccherà quantificare i danni in sede civile.

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La Beganovic in aula a Bari per il processo escort

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Dopo due anni Sabina Beganovic si presenta al processo per la prima volta

Per lei l’accusa è di reclutamento e favoreggiamento alla prostituzione

Sabina Beganovic, la cosiddetta ‘Ape regina’ delle feste dell’ex premier Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli, si è presentata in aula al tribunale di Bari per la prima volta da quando il processo escort è cominciato, quasi due anni fa, con le accuse di reclutamento e favoreggiamento della prostituzione così come per l’imprenditore Gianpaolo Tarantini.

La Beganovic dichiara:

“Quando si ama una persona gli si dedica la vita. Berlusconi era un uomo meraviglioso, fantastico. Per me è stato prima un fidanzato poi come un padre. Io volevo difendere il presidente, ho dichiarato che facevo il ‘bunga bunga’, ma tutti sanno che non era vero. Ho organizzato tante cene, l’ho fatto per lui perché lui diceva che aveva bisogno di loro, volevo compiacerlo. Oggi mi pento e chiedo a Dio di perdonarmi”.

Il suo avvocato invece chiede l’assoluzione in quanto il fatto non sussisterebbe:

 “Non è emerso alcun contatto diretto di Sabina Beganovic con nessuna di queste ragazze e non c’è prova di rapporti di natura sessuale consumati a Palazzo Grazioli la sera del 5 settembre 2008″, quella contestata all’imputata, piena soltanto di suggestioni”.

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Palermo, assolto Calogero Mannino

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Il gup di Palermo, Marina Petruzzella, ha assolto l’ex ministro Calogero Mannino dall’accusa di “minaccia a corpo politico dello stato”, nel processo della presunta trattativa stato-mafia, per non aver commesso il fatto.

L’ex ministro ha ringraziato i suoi avvocati e si è detto felice per la “fine di un incubo”, ma non ha risparmiato dure bordate alla Procura: “il pm Di Matteo, nel processo per la strage di via D’Amelio, ha fatto condannare persone innocenti, per la sua ostinazione. Forse con me voleva fare lo stesso”: queste le parole dell’ex ministro.

La tesi dell’accanimento dei giudici, di berlusconiana memoria, è il risultato di 23 mesi di processo in cui i PM di Palermo hanno tentato di dimostrare come la paura per la propria incolumità a causa dei suoi rapporti con il capitano dei ROS Subranni, avessero portato Mannino ad un’intesa con cosa nostra, promettendo l’ammorbidimento del 41bis.

La procura di Palermo non demorde, però, e hanno annunziato che penseranno al ricorso in appello dopo aver letto le motivazioni della sentenza.

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